Da una parte l’ottimismo di facciata della classe dirigente che, doverosamente, cerca di infondere ottimismo snocciolando dati positivi che non convincono i cittadini. Dall’altra parte la realtà di tutti i giorni, fatta di lavoro precario e aziende che chiudono. Questo è il caso della storica azienda Bob Martin di Sant’Osvaldo, che produce cibo e accessori per animale. In teoria un settore in crescita, anche nel mercato locale. Sembra che le commesse ci siano e anche importanti. Dato che però si scontra con la necessità di una proprietà inglese, avulsa dalle necessità del Friuli e dell’Italia. Sembra che nell’orizzonte strategico dell’azienda, la piccola realtà udinese, rappresenti “un peso” da cui liberarsi. Che questa scelta sia in linea con quella isolazionista della Brexit, è ancora da capire. La regione ha prontamente convocato un tavolo per trovare una soluzione. Intanto i 72 dipendenti che rischiano il posto di lavoro, sono sul piede di guerra e hanno proclamato lo sciopero a oltranza. C’è aria di rassegnazione purtroppo. “Questa è la globalizzazione, quando sei acquistato da una grande azienda straniera, senza radici nel territorio, funziona così, fino a che servi ti usano poi ti gettano via”.
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