Il Deputato italiano al Parlamento europeo Sergio Berlato interviene sulla necessità di rafforzare le radici cristiane in Europa

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Il Deputato italiano al Parlamento europeo Sergio Berlato interviene sulla necessità di rafforzare le radici cristiane in Europa

Il Deputato italiano al Parlamento europeo Sergio Berlato, in seguito all’autorizzazione concessa all’associazione “Centro Misericordia e Solidarietà” di realizzare un luogo di culto presso l’immobile di via Marano Lagunare a Udine, interviene sulla necessità di rafforzare le radici cristiane in Europa.

Premesso che non è assolutamente in discussione la libertà di culto sancita dalla Costituzione italiana, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, è dovere di ogni amministratore pubblico contemperare le diverse esigenze religiose, culturali, politiche, sociali, considerando il contesto urbanistico e sociale in cui queste scelte vengono calate.

Il contesto residenziale dove sorgerà la moschea renderà conflittuale il rapporto tra la popolazione italiana residente e la comunità dei fedeli islamici, in quanto le esigenze quotidiane specifiche dei fedeli musulmani, e quelle relative alle festività islamiche, creeranno tensioni sociali con i residenti.

Autorizzare un luogo di culto come quello di via Marano Lagunare, significa alterare pesantemente l’equilibrio urbanistico e sociale del quartiere. Tutta la zona, territorialmente compresa nel quartiere di Udine sud, verrebbe a “saldarsi” con Borgo Stazione. L’effetto “casbah” finirebbe per assumere un carattere definitivo. Sarebbe auspicabile un impegno scritto, volontario, dell’associazione “Centro Misericordia e Solidarietà” a non ripresentare l’ipotesi della realizzazione del minareto, che finirebbe per alimentare le preoccupazioni dalla popolazione residente.

Il progetto definitivo non prevede infatti, a differenza di quello originario, l’edificazione del minareto che avrebbe, secondo la cultura islamica, rappresentato un simbolo di conquista: il minareto è la torre dalla quale il muezzin cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allah. Come il campanile cristiano, il minareto serve a far arrivare il più lontano possibile il segnale che scandisce la giornata liturgica. A norma della Legge Islamica invece non vi è alcun dubbio, che il minareto debba essere considerato a tutti gli effetti “il simbolo del potere dell’Islam voluto dal fato”.

L’altra grande questione da sottoporre alle autorità competenti nella prossima visita a Udine, riguarda eventuali finanziamenti esteri ricevuti dall’associazione islamica per l’acquisto e la realizzazione della moschea: l’immobile in questione, come documentato dall’atto costitutivo dell’associazione allegato al progetto, è costato 400.000 euro. Una somma altrettanto importante verrà prevedibilmente impegnata per la ristrutturazione e la realizzazione complessiva della moschea. Riteniamo che una spesa così ingente richiami la necessità di un atto di trasparenza assoluta da parte dell’associazione “Centro Misericordia e Solidarietà” sull’origine dei fondi raccolti. Un atto volontario che possa stemperare, almeno su questo punto, i tanti timori dei cittadini udinesi residenti. In particolare, sarebbe utile sapere se l’associazione islamica ha o meno ricevuto fondi dalla Qatar Charity. La ONG è lo strumento operativo del fondo sovrano del Qatar che, negli ultimi anni, è stato il principale finanziatore di moschee in Italia ed in Europa. La ONG ha dimostrato di finanziare quasi esclusivamente i luoghi culto della “Fratellanza Musulmana” che privilegiano una linea di insegnamento religioso molto “conservatrice”. La medesima trasparenza è richiesta anche per eventuali contributi finanziari di altri Stati, come ad esempio Marocco, Arabia Saudita o Turchia. La questione dei finanziamenti è esiziale sul complesso tema dell’insegnamento coranico: troppo spesso le donazioni estere hanno determinato la linea religiosa della scuola coranica della moschea finanziata.

Fratelli d’Italia e il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti europei ritengono che sia necessario inserire tra i valori fondanti dell’Unione Europea il riferimento alle radici cristiane del nostro continente, nella convinzione che questa scelta rafforzi anche l’integrazione degli immigrati in Europa. Una visione distorta della storia ha voluto relegare la cultura cristiana nel solo retaggio medievale, collegando la modernità illuminista unicamente con il retaggio dell’antichità pagana. Ben diversa è la realtà del filo della storia europea: fu proprio l’erede di Pietro a raccogliere la tradizione dell’universalismo statale romano, dando inizio a quella civiltà cristiana che è alla base della cultura umanistica europea. Solo una società che non dimentica le proprie radici e che conserva la sua identità, può integrare senza paura le diverse comunità immigrate che vogliono stabilirsi in Europa.

Sergio Berlato

Deputato italiano al Parlamento europeo – MEP

Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei

(articolo redazionale a pagamento)

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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